L’imposizione del pallio è un evento dal forte valore simbolico per la Chiesa di Bari-Bitonto che evidenzia l’unità e la comunione tra la Sede Apostolica e le Chiese locali. Nella Cattedrale di Bari durante la solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo S.E. Mons. Giuseppe Satriano, S.E. Mons. Emil Paul Tscherrig, Nunzio Apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino, ha imposto a Padre Arcivescovo il pallio, già benedetto da Papa Francesco lo scorso 29 giugno. Un momento in cui si interpella non solo il vescovo, ma con lui l’intera Chiesa diocesana della quale è pastore e guida e le Chiese che appartengono alla Metropolia.Il pallio è un paramento liturgico usato nella Chiesa cattolica, costituito da una striscia di stoffa di lana bianca avvolta sulle spalle. Rappresenta la pecora che il pastore porta sulle sue spalle come il Cristo ed è pertanto simbolo del compito pastorale di chi lo indossa. Il suo nome deriva dal latino pallium, mantello di lana tipico della cultura romana.
Inizialmente era riservato soltanto al vescovo di Roma, successivamente i papi lo concedettero ad alcuni vescovi e arcivescovi. In epoca più tarda il pallio divenne prerogativa degli arcivescovi metropoliti, come simbolo della giurisdizione in comunione con la Santa Sede.
Secondo alcune interpretazioni, il pallio rappresenta – per la sua forma e materiali – l’agnello portato sulle spalle, come simbolo del vescovo in quanto Buon Pastore (le due strisce terminali di seta nera simboleggiano gli zoccoli della pecora), e insieme l’agnello crocifisso per la salvezza dell’umanità perduta; questo spiegherebbe anche l’uso della lana e delle sei croci decorative trapassate da tre spille (o acicula) gemmate (che raffigurerebbero i tre chiodi della croce di Cristo). Il cerimoniale correlato alla preparazione del pallio e la sua imposizione sul Papa durante la sua investitura suggerisce inoltre questo tipo di simbolismo. Secondo altri critici, queste sarebbero invece interpretazioni a posteriori.
Il pallio è divenuto successivamente il simbolo di un legame speciale con il papa ed esprime inoltre la potestà che, in comunione con la Chiesa di Roma, il metropolita acquista di diritto nella propria giurisdizione
I metropoliti devono ricevere il pallio prima di poter esercitare il loro ufficio nella diocesi a cui sono inviati, anche se erano stati nominati in precedenza in un’altra sede ecclesiastica. Secondo il diritto canonico, un metropolita deve richiedere il pallio entro tre mesi dalla sua nomina ed è autorizzato ad indossarlo solo nel territorio della propria diocesi e nelle altre diocesi della sua provincia ecclesiastica. I vescovi e gli arcivescovi non metropoliti non lo indossano se non per una concessione particolare.
Solo il papa è autorizzato ad indossare il pallio in qualsiasi occasione e luogo. La cerimonia della consegna ai metropoliti è perciò l’unica occasione in cui si possono vedere due o più arcivescovi indossare il pallio nello stesso luogo e nello stesso momento.
La concessione del pallio è riservata ai metropoliti, in quanto con il motu proprio Inter eximia dell’11 maggio 1978 Pap a Paolo IV soppresse tutti i privilegi concessi a sedi non metropolitane, permettendo tuttavia di continuare l’uso del pallio a coloro a cui era già stato imposto. Anche dopo il motu proprio il papa ha eccezionalmente concesso il pallio ad arcivescovi non metropoliti.