La processione presa in analisi, come più volte specificato, ha origini penitenziali e riparatorie. Infatti, immersa un’ostia consacrata nell’olio bollente, dalla stessa è fuoriuscito del sangue. Raccolti i frammenti eucaristici dal Vescovo dell’epoca, sono stati trasportati a piedi nudi nell’antica ed originaria cattedrale tranese. Indetto in maniera naturale e spontaneo, annualmente si rinnova un corteo di contrizione.

In origine il Giovedì Santo, memoria del Miracolo Eucaristico, è condotto per le strade di Trani un contenitore di cristallo, nel quale vi sono le reliquie eucaristiche. Solo nel 1616 per dono del nobile Fabrizio De Cuneo, gli azzimi miracolosi vengono posti in un prezioso e dignitoso reliquario. Lungo i secoli il segno di penitenza ha subito variazioni di vario genere: il giorno e il contenuto trasportato.
Dal Giovedì della Settimana Maggiore slitta al Venerdì Santo. Non solo. Sotto il dominio spagnolo del 1600, alla processione vengono aggiunte le statue della Passione del Signore. Mons. Giuseppe Antonio Davanzati, Arcivescovo di Trani dal 1717 al 1755, ha apportato una modifica importante. Sopprime che la materia miracolosa venga ostentata processionalmente lungo le vie cittadine, permettendo che sia sostituita con la presenza viva e vera di Gesù nella Santissima Eucaristia. Un’ostia consacrata, inserita in un’urna in argento, condotta a spalla da alcuni sacerdoti, nel giorno della Passione di Gesù. Durante le invasioni francesi del 1799, tra le centinaia di distruzioni e di ruberie, anche l’antica urna eucaristica viene derubata. Viene sostituita da un’altra, in legno.
Un evento memorabile è voluto per mano di Mons. Giuseppe M. Leo, sulla cattedra tranese dal 1918 al 1939. In occasione del suo cinquantesimo dell’ordinazione sacerdotale, desidera un unico regalo: donare alla città una nuova e preziosa urna che contenga il Ss. Sacramento, da utilizzare per la processione del Venerdì Santo. Ha inizio una notevole raccolta di materiale in argento. I fedeli locali consegnano monete, servizi da tavola…tutto ciò che potesse aiutare la concretizzazione del volere di Mons. Leo. La nuova realizzazione è commissionata presso la Ditta Pesce di Bari. La preziosa opera argentea è utilizzata per la processione di penitenza dal 1938 al 1986. Data la riforma liturgica di Pio XII, succede all’immagine sacra della Ss. Desolata, la croce nera nuda trasportata dal diacono. Poi vi sono i seminaristi, i sacerdoti e il Capitolo della Cattedrale. Retro ai presbiteri, due turiboli portati da due sacerdoti in talare, cotta e stola violacea. Coperta dal baldacchino di tessuto nero, l’urna eucaristica contenente la Santissima presenza del Signore. È sorretta a spalla da quattro sacerdoti, scalzàti, indossanti la pianeta violacea. Dietro vi è l’Arcivescovo di Trani e i confratelli dell’Arciconfraternita dei Bianchi. Segue lo stendardo del Comune che anticipa le autorità civili e militari, seguite dalla banda musicale che suona le marce funebri. Un evento spiacevole è avvenuto nel 1987. In data 4 marzo, l’Arcivescovo Mons. Carata, apportava una modifica al gesto riparatorio in questione: sostituire la presenza reale di Gesù con la reliquia della Santa Croce.