Procedendo nella lettura del Passio, Gesù inizia ad essere screditato e mortificato: «Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: “Salve, re dei Giudei!”. E gli davano schiaffi» (Giovanni 19,1-3).

L’effige raffigura Gesù legato ad una colonna di medie dimensioni. Le mani sono intrecciate da una semplice corda. Essa è stata realizzata dall’artista Eugenio Maccagnani. Nel libro “Storia dell’ostia miracolosa di Trani” (1989, dei proff. Curci e Spaccucci) è riportato l’inserimento di questa effige nella lunga processione riparatoria.

L’Arciconfraternita della Ss. Annunziata ottiene il placet dell’Arciconfraternita dei Bianchi per partecipare al corteo di penitenza in oggetto, dal 13 gennaio 1790. Settimana Santa 1885: l’Arciconfraternita dei Bianchi, nell’invito a partecipare alla sua processione del Venerdì Santo, chiede alla Confraternita Santa Maria di Dionisio di condurre la sola immagine dell’Ecce Homo e non più, anche, quella del Cristo legato alla colonna. Infatti, venuta meno nella partecipazione l’Arciconfraternita dell’Annunziata, è la congrega di S. Maria di Dionisio a sostituirne il posto ed il relativo trasporto processionale della statua del Flagellatur. Con la fondazione della Confraternita del Sacro Cuore di Maria l’effige è assegnata a quest’ultima, sino ai nostri tempi. Ad oggi il simulacro è presente nella Basilica Superiore della Cattedrale. 

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