La terza immagine della Processione Penitenziale dei Sacri Misteri è quella di Gesù orante nell’Orto del Getsemani. Luca, l’evangelista, nel capitolo 22 lungo i versetti 39-46 spiega così: Gesù uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà».
Realizzato dal maestro Maccagnani, l’opera in cartapesta raffigura Gesù in ginocchio, in preghiera. Egli poggia su di una sorta di rialzo color grigiastro, ricordante il monte: quello degli Ulivi. Cristo poggia la mano destra sul suo petto, come fosse addolorato dall’ormai prossima consegna nelle mani dei malfattori. Nel libro “Storia dell’ostia miracolosa di Trani” (1989) i proff. Curci e Spaccucci riportano l’ordine della processione riparatoria. Viene riportato che la Congrega di San Vito si inserisce nella processione portato la statua del Cristo nell’Orto degli Ulivi. La data è 9 luglio 1791. Nelle regole della proprietaria del corteo penitenziale, ovvero l’Arcicongrega dei Bianchi, viene inoltre riportato che ai confratelli del suddetto sodalizio saranno distribuiti numero 12 ceri (candele).
Per tanti anni l’effige è stata conservata presso la chiesa parrocchiale dei Santi Agnese e Paolo, oggi Santa Chiara. Oggi invece, come per altre immagini sacre, essa è presente presso la basilica superiore della Cattedrale. La confraternita dedicata al martire Vito continua a partecipare alla processione del Venerdì Santo sera. Quattro confratelli portano a spalla e a piedi scalzi il simulacro in questione.