Continua il percorso tra le immagini della Passione: dopo averlo legato ad una colonna e sminuito nella sua umanità, Gesù viene deriso “re”.

Marco, l’evangelista, nel capitolo 15, versetti 15. 17-19 così descrive: Pilato dopo aver fatto flagellare Gesù lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui.

Il simulacro è in legno, circa l’autore non si hanno notizie a riguardo. Gesù indossa un mantello color porpora; nelle mani è posta una canna. Sono i simboli regali che servirono ai soldati romani per ridicolizzare la regalità divina del Cristo. Nel testo “Storia dell’ostia miracolosa di Trani” dei proff. Spaccucci e Curci (1989), sono riportate alcuni aneddoti circa l’effige in oggetto. Nel 1876, il priore Sarlo, propone l’acquisto di una nuova immagine. Questo perché l’originaria è molto danneggiata, certamente databile nel 1600.

L’organizzatrice della processione, ovvero l’arciconfraternita del Ss. Sacramento, assegnava agli iscritti di S. M. di Dionisio numero 24 ceri. Nel tempo odierno, l’effige è condotta processionalmente sempre dal pio sodalizio più volte citato. L’immagine sacra è conservata presso l’aula liturgica superiore della Basilica Cattedrale.

Articolo di Alfredo Cavalieri

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