“Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria” scrive Matteo al capitolo 27, 59-61. La Vergine Maria, affranta, straziata, addolorata accetta la condizione di morte del suo figlio E’ desolata, rassegnata a vedere tanto disprezzo della figliolanza divina.

Ultima delle immagini della passione è proprio la sua. La confraternita di San Rocco si unisce alla processione riparatoria e penitenziale del Venerdì Santo. Col placet dell’Arcicongrega dei Bianchi, organizzatrice e proprietaria del corteo religioso stesso, la congrega menzionata si inserisce con approvazione del 17 agosto 1766. L’antica immagine è in legno. Essa, per un misero numero di anni è stata esposta, durante il Giovedì Santo, nella rettoria di Ognissanti. Simulacro affiancato a quello del Cristo morto, presente nell’altare del Ss. Crocifisso presso il Santuario di Colonna. Una tradizione antica racconta che, durante il continuo peregrinare della Vergine Addolorata, sostante innanzi alla presenza di Gesù nei tabernacoli delle parrocchie di Trani, proprio nella chiesa dei Templari incontra il figlio. Col passare degli anni la popolazione tranese ha fatto propri gli insegnamenti della Chiesa che vede i sacerdoti inserire, nell’altare della reposizione, la reale presenza di Cristo nelle ostie consacrate durante la Coena Domini. Quindi, la processione notturna vede i confratelli della Ss. Addolorata e l’Ordine dei Servi di Maria, sostare innanzi alla divina presenza del Cristo. Circa il simulacro della Desolata, questi viene sostituito completamente. In data 1906, il maestro della cartapesta Giuseppe Manzo, ne realizza il nuovo. Il volto tremendamente addolorato riporta un pallido colore. Le mani intrecciano un fazzoletto, come a voler ostentare ciò che raccoglie quelle dolorose lacrime. In direzione del cuore è conficcato un pugnale. Ciò ricorda l’anziano sacerdote che, nel tempio durante la presentazione di Gesù, riferisce a Maria “…anche a te una spada trafiggerà l’anima…”. Questo a ricordo del vero compito del Signore sulla terra. Per tanti anni l’immagine è stata conservata in una teca, presente nella basilica superiore della Cattedrale. Ad oggi questa è stata trasportata presso la cripta di S. Maria della Scala, di fronte al fonte battesimale. Due sono gli abiti dell’opera in cartapesta: uno ordinario ed uno per la “festa”. Più che gioia, l’abito più elegante viene fatto indossare in vista della Settimana Santa. Nella teca ove è conservata l’effige, vi è appeso un ex-voto. Qualche fedele che, affidatosi a Lei, ha ottenuto una grazia, una guarigione, una conversione di se o di qualcun altro. Questo viene riassunto da un cuore in argento.