L’evangelista Giovanni (19, 25-27) fa meglio comprendere questo mistero: “Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé”. Giovanni è il discepolo amato, il piccolo fra i tanti, l’ingenuo.

Con approvazione dell’Arcisodalizio dei Bianchi, sotto il titolo del Ss. Sacramento, la congrega di San Giacomo Apostolo si inserisce nella processione di penitenza e riparazione. Questo avviene in data 11 settembre 1766. Viene realizzato il simulacro dell’evangelista più giovane. Reputato l’originale inserito, il simulacro è in legno. Presenta la caratteristica di essere ricoperto di cartapesta. Stando alle regole del sodalizio proprietario della processione, ovvero l’Arciconfraternita dei Bianchi, questi ultimi sono tenuti a dare numero 12 ceri ai confratelli giacobini.
Nel 1788, riportano i proff. Curci e Spaccucci nel loro libro “L’ostia miracolosa di Trani” (1989), la statua viene condotta dalla confraternita di S. Rocco. Questo perché è l’Arciconfraternita della Ss. Annunziata a condurre processionalmente l’effige di Maria Ss. Desolata, in sostituzione del sodalizio intitolato al pellegrino Rocco. Nei tempi odierni l’effige è trasportata in processione dal sodalizio con sede presso la rettoria di Sant’Agostino. La statua è conservata presso l’aula liturgica della Cattedrale, basilica superiore.