Fa seguito al conforto del Cristo da parte dell’Angelo, la statua di San Pietro, l’apostolo. Venendo in ausilio l’evangelista Matteo, si riporta ciò che nel capitolo 26, ai versetti 69-75 è scritto: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

Realizzata dal famoso artista Nicolantonio Brudaglio, andriese, il San Pietro è una scultura in legno. Egli è rappresentato con le mani giunte, ormai pentitosi del suo triplice rinnegamento nei riguardi di Gesù. Accanto a lui una colonna, che fa da supporto a due elementi: delle chiavi e un gallo. Le prime ricordano che egli è il fondatore della Chiesa di Cristo ed il secondo è memoria che non sarà trascorso un giorno prima di rinnegare per ben tre volte Cristo.
A condurlo in processione il Venerdì Santo sera è la confraternita di San Giuseppe. Il libro “Storia dell’ostia miracolosa di Trani” (1989) dei proff. Spaccucci e Curci, viene ricordato che la proprietà di questo mistero è della congrega intitolata al padre putativo di Gesù. Sodalizio che si inserisce nel corteo di riparazione il 6 marzo 1779. E, stando alle regole dell’Arciconfraternita dei Bianchi, a questi verranno assegnati 12 ceri (candele). Tutt’ora la statua è conservata presso la basilica superiore della Cattedrale. È sorretta processionalmente da quattro confratelli, a piedi nudi, della confraternita più volte menzionata.