Concludiamo la rubrica su “La Processione Penitenziale dei Sacri Misteri” parlando della Sacra Spina di Trani.

Sconosciuta a molti è la presenza in Trani di una Sacra Spina, facente parte del copricapo spinoso inflitto sul capo di Gesù durante la sua passione.
Lungo il tempo spesso si è parlato di codeste sante spine. Scrittori, santi, storici, biografici hanno cercato di riassumere per iscritto gli strumenti del lungo martirio atto nei confronti del Cristo. Famosa assai è il serto prodigioso sito in Andria. Documenti, di notai e sacerdoti, testimoniano “il miracolo” avvenuto sulla stessa quando il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione, coincide col giorno della Passione (Venerdì Santo). Si ricorda il prodigio nel 1633, 1842, 1910, 1921, 1932, 2005 ed infine nel 2016 (Anno Santo della Misericordia). Ma anche Trani ha ottenuto in dono una reliquia del “casco spinoso” del Signore. Essa è una donazione della Baronessa Bianchi, avvenuta nel 1802. L’atto è caratterizzato dalle delle “conditio sine qua non”:

  • che la Spina venisse inserita tre le molteplici reliquie di proprietà del Capitolo della Cattedrale;
  • che essa venisse esposta tutti i venerdì di Marzo;
  • che si pregasse per la Baronessa e per tutti i suoi familiari defunti.

Due autentiche riguardano tale prezioso cimelio del figlio di Dio:

  • per mano di Mons. Filomarini (1745). Qui il testo fa evincere che, la Spina, è fra le tante altre autenticate da Mons. De Capua, pastore di Salerno.
  • per mano di Mons. Luigi Maria Pirelli (1805).

Gli anziani della città nel 1920 testimoniano che, sino al 1870 circa, si celebrasse una santa messa proprio nella cappella dedicata alla Sacra Spina in via la Spina (oggi Arcangelo Prologo).

Due sono stati gli eventi prodigiosi sull’aculeo:

  • 1842: è il canonico Manzi che propone al capitolo di scrivere, per i posteri, una relazione su ciò che è successo sulla reliquia;
  • 1853: il canonico Russo trascrive che, durante la celebrazione della Santa messa, la Spina ha subito arrossamento.

Nel 1913 perviene in Curia l’autorizzazione dalla Congregazione dei Riti, nella quale si evince il “sì” nel celebrare il 14 marzo di ogni anno: l’ufficio divino e la santa messa, propri in memoria della S. Spina. Grado della festa: doppio maggiore (gradi ad oggi aboliti dal concilio vaticano II).

Subiti dei duri restauri, la Cattedrale è stata negli anni ’60 dello scorso secolo smembrata letteralmente. Tra le tante modifiche, quella della destinazione delle reliquie è stata una causa davvero difficili da risolvere. Così esse sono state trasportate presso il Museo Diocesano.

Ad oggi la Spina sembra sia svanita nel nulla. Vi è solamente il reliquiario che la conteneva. Con rammarico si deve constatare il totale abbandono di tale devozione legata a Cristo. Nessuno ricorda più ciò che per molto tempo si è venerato. Speriamo in una “prodigiosa ripresa”.

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