Costruita successivamente alla demolizione della chiesa di Santa Croce (1224), la chiesa dedicata a san Domenico (1763) è il Duomo della città di Trani. 

Affidata sin dagli inizi della edificazione alla cura pastorale dell’Ordine dei Predicatori (Domenicani), la suddetta si trova in un punto suggestivo del paese. Essa è adiacente ai giardini pubblici pensili sul mare (Villa Comunale) e dista dal mare non più di cento metri. Costituisce il “pantheon” di Trani, custodendo, nelle sue cappelle gentilizie, le sepolture degli uomini illustri della città stessa. Possiamo ricordare le famiglie: Filangieri, Campitelli, Antonacci, Palumbo. Vi è la sepoltura di Riccardo Candida, costruttore del Teatro San Ferdinando di Trani. Il primo delle Puglie!

È un vero e proprio gioiello barocco. L’interno della struttura da una grande sensazione di spazio. L’aula liturgica è suddivisa in tre navate, grazie alle colonne. Tra tele e statue, molteplici sono le opere artistiche. Si possono ricordare gli autori: Giuseppe Manzo, Nicola Menzele, Giovan Battista Calò. 

È prestigiosa la scultura marmorea della Pietà di nostro Signore Gesù Cristo. Un’opera d’arte del tutto particolare ed unica nel suo genere. Basti pensare al fatto che pochissime sono le chiese che ne rappresentano la scena di Passione. Nel 2009, durante i solenni festeggiamenti in onore del ss. Crocifisso, profittando della permanenza di quest’ultimo nel santuario, è stato fatto dono alla chiesa della prima copia reale a colori della Santa Sindone. Il collegamento con la Passione di Cristo risalta più volte nel suddetto luogo di culto.

La rettoria, pur facendo parte del territorio parrocchiale di san Francesco, funge da “aiuto pastorale” per le attività della parrocchia Santa Maria del Pozzo. Per molti anni gruppi di giovani hanno ricevuto il dono del sacramento della Confermazione (Cresima) proprio tra quelle mura.

La devozione nei confronti della Vergine Santissima del Rosario ne ha permesso, lungo il corso del tempo, un grande attaccamento devozionale. Così, assodato un saldo gruppo di fedeli con tale predisposizione devozionale, la rettoria è stata eretta a Santuario Mariano Diocesano.

All’interno della chiesa svolge le sue attività confraternali la Congrega del Santo Rosario. Pur non portandone il titolo, la realtà festeggia il Ss. Nome del Signore Gesù Cristo. La data liturgica subisce variazioni in base alla vita della Chiesa. Originariamente è vissuta il 1° gennaio, ad oggi è celebrata il 3 dello stesso mese. La confraternita ha cessato le sue attività in un tempo “particolare” quale è stato quello della metà degli anni ’60 del ‘900.

Il Gruppo di Preghiera di Padre Pio, con sede presso la rettoria di sant’Andrea, vive il triduo di preparazione alla solennità del Santo proprio presso il Santuario di san Domenico. Durante i giorni 20-21-22 del mese di settembre, un predicatore dell’Ordine dei Francescani, presiede il triduo di preparazione. Il 23 le messe si concludono con una processione sino alla rettoria già citata. 

Tutto questo sino all’Epifania 2018. Questa, infatti, è la data dell’ultima apertura al pubblico del Duomo della città. Celebrata la Ss. Eucaristia, la chiesa ha dovuto chiudere i battenti. Le motivazioni sono prettamente legate alla stabilità della struttura stessa. Resasi palese la pericolosità dovuta a possibili cedimenti, da ormai quattro anni e più, l’intera cittadinanza viene privata di un luogo così unico nel suo genere.

Con epicentro nella vicina Barletta, una scossa di terremoto ha causato il crollo di un timpano, presente al culmine della facciata della chiesa analizzata (21 maggio 2019). Nel maggio 2021, dietro segnalazione di un consigliere comunale (Loconte), il Duomo è stato inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR-interventi urgenti). 

Nonostante tutto, ancora oggi, l’intera comunità cittadina soffre al fatto che, pur essendo installato un ponteggio sulla facciata principale, nessun lavoro di restauro è mai iniziato. Si spera in una possibile ripresa in mano della situazione che, ormai conosciutissima, spesso è impregnata dall’indifferenza delle realtà locali (politiche e religiose).

Articolo di Alfredo Cavalieri

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